INTERRATI I
La relazione con l’Altro è il mondo in cui conosciamo noi stessi e il mondo. Non possiamo prescindere dal suo sguardo, che forma le nostre identità, né dal suo contatto. Il mio spazio, i confini che costruisco per difendermi e per delimitarmi io li sogno permeabili. In questo lavoro che propongo vorrei creare il mio spazio personale come uno spazio in grado di accogliere, di respirare e che si lascia contaminare da chi lo attraversa. La performance intende creare uno spazio di cura e si pone come un inno all’incontro umano. Credo che il modo che abbiamo per cambiare il mondo, per immagine un futuro collettivo è proprio aprire i confini, ammorbidirli, cercare un dialogo. Siamo figli della terra e alla terra torneremo, siamo vive radici che cercano il proprio spazio e, incontrandoci in una dimensione di ascolto, possiamo creare rete e tornare alla nostra umanità.
Sono custode dello spazio.
Azione- Partecipativa e generatrice di nuove forme condivise. Coprire di terra tutta la superficie dello spazio. Sono a piedi nudi, mi prendo cura di questo spazio. Gli spettatori sono invitati ad entrare nello spazio togliendosi le scarpe e percorrendolo con cura a piedi nudi insieme a me. All’interno dello spazio io li pianto e formo dei paesaggi umani ibridi. Respiriamo. Ognuno è libero di restare nella stanza il tempo che desidera. Gli spettatori potranno varcare i miei confini con l’intento di creare, insieme, qualcosa di nuovo o anche solo di attraversarlo e sperimentare uno stare diverso, a contatto.
Lavoro sensoriale, sulla cura e lo stare.
INTERRATI I
[Body Performance, 2 ore]
Copenhagen, Collettivo Sister’s Hope
Bergamo, Seconda edizione del Festival delle Arti SPARTIACQUE
2024